lunedì 28 settembre 2015

Il Donia alla ricerca di un'identità che non c'è

Il pirotecnico 2-2 raggiunto in extremis dai sipontini al cospetto del Serpentara ha evidenziato ancora una volta alcune perplessità tattiche e tecniche.
Vadacca cambia ancora l'11 titolare, escludendo l'uomo del momento Mauro De Rita e facendo esordire Pompilio al fianco del "ripescato" De Vita. Pellegrino e Stajano vincono il ballottaggio rispettivamente con Ciampa e Lenoci.
Il 3-4-2-1 di partenza penalizza ancora Bozzi, troppo isolato e poco rifornito, perchè non cambiare modulo? a questo Donia manca coraggio, fluidità di manovra ed esperienza.
La difesa è spesso in inferiorità numerica sulle ripartenze degli avversari, il fraseggio è farraginoso e manca "cattiveria" sotto porta.
Nonostante il vantaggio dell'ottimo De Vita, il Donia si rilassa anzichè affondare il colpo del ko e commette due grosse ingenuità: regala un calcio di punizione dai 16 metri (gol dell'1-1) e si distrae in occasione del provvisorio 1-2 nonostante fosse in superiorità numerica.
Il guizzo di Coccia è provvidenziale, una sconfitta avrebbe assunto i connotati di una crisi.
Ben 11 corners battuti, ma senza uno schema! troppi errori tecnici nell'ultimo passaggio, amnesie difensive e cambi discutibili sotto la lente d'ingradimento.
Non si può cambiare sistematicamente la formazione titolare, i ragazzi non si amalgano tra loro, il cambio di De Vita ha sorpreso tutti così come il mancato ingresso di De Rita sull'1-2.
Insomma c'è tanto da lavorare, consapevoli che occorre qualche rinforzo di qualità per assumere una precisa identità, la stessa che vorrebbero i tifosi.

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