Missione compiuta a Picerno, non era facile al cospetto di avversari "disperati" e fortemente contestati dai propri tifosi.
Vadacca ha mischiato ancora una volta le sue carte, rinunciando ad un centrocampista d'ordine e ad una prima punta di ruolo. Il copione era quindi scritto: una diga eretta a centrocampo "istruita" a spezzare le trame di gioco avversarie ed a rifornire le tre mezze punte sguscianti per letali ripartenze.
La strategia ha funzionato, ma sono emersi i soliti limiti caratteriali. Ad inizio ripresa, puntualmente, la sofferenza di una provinciale che viene assediata e punita alla prima occasione. Gli avversari si rigenerano, sfiorano il vantaggio e commettono l'ingenuità di restare in 10.
Il punticino obiettivo minimo sì, ma l'occasione è unica per portare a casa i 3 punti.
Ci pensa La Porta, o meglio lo sfortunato portierino rossoblu che di fatto chiude il match.
Poi in 11 contro 9 non fa testo il rigore fallito, ininfluente.
Serve maggiore coraggio, un equilibrio tra i reparti e la capacità di "leggere" le varie fasi del match. Ora il Donia è più forte dello scorso anno, non dobbiamo sempre aggrapparci alla buona sorte ma augurarci che Vadacca trasmetta ai ragazzi la consapevolezza di poter ambire alle prime 8 posizioni in classifica, è quella la giusta collocazione.
Stefano Favale
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